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10. 05. 2024 17:05

Biciclettata contro il “Codice della Strage” a Milano

«Il nuovo codice della Strada, in discussione alla Camera, è un grande passo indietro per l’Italia», scrivono gli organizzatori della manifestazioni

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Flash mob, presidi, biciclettate, attraversamenti pedonali in tutta Italia, per dire “Stop al Codice della Strage“. Domenica 10 marzo centinaia di persone si sono mobilitate a Milano.

“Codice della Strage”: la manifestazione a Milano

Sono circa un centinaio i ciclisti che si sono radunati in corso Monforte a Milano, a pochi passi dalla prefettura, per protestare contro la riforma del codice della strada. Gli attivisti, che hanno aderito alla mobilitazione nazionale tramite il movimento milanese “Sai che puoi?”, si sono dati appuntamento per la manifestazione davanti alla Triennale intorno alle 15.

Codice della Strage
Codice della Strage

Nonostante il maltempo del primo pomeriggio, poi, sono partiti in bicicletta fino a raggiungere il luogo del presidio. Davanti a uno striscione con scritto “Stop al nuovo codice della Strage”, sono stati posizionati a terra, all’interno di un cerchio composto da biciclette, quattro caschi e altrettanti caschetti bianchi per ricordare le vittime della strada.

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Le familiari delle vittime sulla strada contro il “Codice della Strage”

«Le manifestazioni sono organizzate dalle associazioni familiari delle vittime sulla strada e altre associazioni della piattaforma #città30subito contro il nuovo Codice della Strada voluto dal Ministro Salvini e in discussione in Parlamento, che riporterà indietro l’Italia di 40 anni dal punto di vista della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile e la allontanerà ancora di più dagli altri Paesi europei dove i livelli di mortalità per incidenti stradali e per inquinamento sono già inferiori a quelli italiani», scrivono gli organizzatori della manifestazioni.

protesta dei ciclisti
Codice della Strade

«Il nuovo codice della Strada, in discussione alla Camera, è un grande passo indietro per l’Italia, che ha uno dei tassi più alti in Europa per numero di vittime della violenza stradale. In questo Paese non si parla mai di sicurezza stradale, solo se ci tocca una tragedia da vicino ci rendiamo conto di questo enorme problema. È un fatto storico e importante che tante persone chiedano strade sicure per tutti e tutte: per chi si muove a piedi o in bici, ma anche per chi è al volante», ha dichiarato Marco Scarponi, fratello di Michele, ciclista ucciso dalla nel 2017 e presidente della Fondazione Scarponi.

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