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29. 04. 2024 23:47

A tu per tu con Diego Schettino, la sentinella delle barriere architettoniche a Milano

La storia, l'impegno e il progetto di un milanese acquisito per la città in cui vive oggi: la nostra chiacchierata con Diego Schettino

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Una voce forte e sincera. Le idee chiare. L’impegno per la collettività e una battaglia di civiltà da vincere. Diego Schettino è un giovane milanese acquisito – arrivato in città a tre anni da Como – e da anni si occupa di abbattere le barriere architettoniche a Milano. Lui, portatore di disabilità, ha aperto uno “sportello social” in cui raccoglie segnalazioni e ostacoli: «Sono un tramite tra le istituzioni e il cittadino base che non ha tempo per segnalare o mandare informazioni».

L’impegno di Diego Schettino per la città di Milano

Lo “sportello social” si chiama «SegnalaMilano» e riceve problemi di disagio abitativo, urbanistico (edifici, strade, negozi e locali) e scolastico in città: «Il progetto consiste nel raccoglie segnalazioni e l’80% arrivano tramite i miei social. Non c’è l’intenzione di diventare qualcosa di fisico, voglio essere un tramite fra gli utenti e le istituzioni. Basta avere i social e scrivermi. Dal 2021 ad oggi mi sono fermato un attimo ma con Atm ho un numero di riferimento privato di un addetto al service: io gli riporto le mie perplessità dove ci sono situazioni che non funzionano e lui mi riporta le informazioni di sistemazione», ci racconta Schettino.

L’impegno per Milano va oltre lo “sportello”: «Avevo idea di riprendere il bollettino delle metro: ogni giorno voglio comunicare le stazioni che non sono accessibili. Spesso vedo persone sullo scivolo per il passaggio pedonale – spiega Schettino -, oppure tutti ai margini dello scivolo senza capire che stiamo ostacolando una persona in carrozzina e togliamo tempo alle persone con difficoltà motorie. Vedo tante persone che schiacciano o toccano il pulsante per i non vedenti ai semafori, io faccio dei video per sensibilizzare i milanesi».

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Diego Schettino
Diego Schettino

La storia di Diego Schettino

«Sono nato in provincia di Como ma da quando ho tre anni sono a Milano. Mi sento milanese e amo questa città, mi arrabbio difronte a certe situazioni», svela Diego Schettino. «La città deve essere un’eccellenza nella moda, nell’empatia e nella solidarietà. I fondi ci sono ma non sono mai abbastanza, lo dico a tutti: evitiamo quei comportamenti che aumentino le barriere architettoniche. Il Sindaco non ha responsabilità del buon senso dei cittadini».

«Il concetto che non viene colto è che l’80% della popolazione sarà coinvolta in questi casi. Nella Milano del futuro arriveremo a cogliere che le fermate dei treni dove c’è il sottopassaggio sono la soluzione migliore. Ascensore e montascale si possono rompere, uno scivolo funziona sempre. L’integrazione è cambiare dei particolari per fare in modo che una persona possa sentirsi a proprio agio. L’inclusione significare fare un modo che tutta la popolazione sia partecipe».

Diego Schettino
Diego Schettino

Le barriere architettoniche a Milano

«Milano com’è messa dal punto di vista delle barriere architettoniche? Il termometro della città è in miglioramento. Io penso che l’80% dalle barriere architettoniche siano culturali, penso ai parcheggi selvaggi o sui marciapiedi. A livello comunale c’è un miglioramento. Tramite lo “sportello” sono riuscito, con Atm, ad avere una sezione in cui c’è una segnaletica istantanea per lo stato di ascensori. Uno strumento aggiornato ma non sempre preciso».

I problemi principali di Milano: «I parcheggi selvaggi. Penso a Corso Lodi dove dovevo scendere all’ultimo dal marciapiede perché non c’era il passaggio per noi. I lavori in Corso di Porta Vittoria, dove c’è la vecchia fermata dell’84 di Largo Augusto. Dipende molto dalla società che fa i lavori, il fulcro è investire nella sensibilizzazione. La disabilità nasce ed è evidente quando ci sono ostacoli esterni».

Un consiglio per il Sindaco di Milano: «Il messaggio che vorrei mandare è che bisogna sensibilizzare la cittadinanza al concetto dell’aiuto. Il migliore aiuto è impedire che questi comportamenti avvengano nella città, quanto meno evitare quei comportamenti tossici per la città. Chi parcheggia sul marciapiede senza lasciare passaggi deve capire che non può assolutamente farlo. A Milano non manca empatia, ma dimostriamo di essere all’altezza di questa», conclude Diego Schettino.

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