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29. 04. 2024 21:43

Salone del Mobile, Marco Sabetta: «Siamo il regno della bellezza e creatività»

Parla il direttore generale della manifestazione

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Cosa c’è dietro il Salone del Mobile si può intuire ma non del tutto visitando gli stand in Fiera. Marco Sabetta, Direttore Generale del Salone del Mobile, spiega come si arriva a questo evento e qual è il suo significato.

Marco Sabetta presenta il Salone del Mobile

Marco Sabetta, quanto tempo ci vuole per organizzare il Salone?
«Un anno, iniziamo una settimana dopo avere finito l’ultimo. A volte anche prima».

Cioè quando ancora non si è svolta l’ultima kermesse?
«Esatto. Vede, il nostro obiettivo è riuscire a programmare anche quello del 2026, per ora è utopia, ci accontentiamo dal 2025, in futuro si vedrà».

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Quante persone hanno lavorato per questa edizione?
«Sessanta, ai quali vanno aggiunti i collaboratori esterni che non sono in grado di quantificare».

Chi formula i progetti?
«C’è un comitato di direzione assistito da consulenti».

Ogni anno bisogna trovare un tema nuovo.
«Certo, l’edizione dello scorso anno era molto impostata sulla luce, quest’anno su cucina e bagno, ma anche salone».

La crisi che ha colpito il legno quanto incide sul mobile?
«Tra il 2021 e il 2022 le aziende del settore hanno avuto performance importanti, era preventivabile un rallentamento: ci auguriamo che possano recuperare. Per quanto riguarda il Salone siamo sold-out».

Quali sono le maggiori attrattive?
«Sono tante, posso citare l’installazione di David Lynch, il food design e le installazioni ad acqua. Ricordo anche il SaloneSatellite in Triennale».

Girare in Fiera può essere dispersivo, cosa suggerisce?
«Abbiamo potenziato i servizi digitali, segnalo anche che ci sono i biglietti ridotti per gli studenti».

Da dove arrivano le aziende?
«Al 70% sono italiane, il resto straniere».

Il made in Italy trionfa?
«Abbiamo le aziende migliori del nostro Paese».

Mancano i russi?
«Mah, erano al secondo posto tra i visitatori, non sarà più così».

Manca anche Israele.
«Come espositori non ci sono mai stati».

Perché un’azienda dovrebbe esporre al Salone?
«Perché è la migliore vetrina al mondo per presentare i propri lavori, qui è possibile misurare il mood del settore, contattare altre aziende, assorbire energie».

Perché dovrebbe venire chi non è un operatore del settore?
«Per capire come arredare la propria casa e per una ragione ancora più grande».

Quale?
«Questo è il salone della bellezza, della creatività, qui vengono 300mila visitatori».

Sono migliorati i rapporti con il Fuorisalone?
«Credo che per Milano sia un’opportunità avere il Salone e il Fuorisalone, siamo un unicum nel mondo. È un connubio che deve andare avanti, ognuno facendo la sua parte».

Come si può migliorare questo connubio?
«Lavorando per il design, impegnandosi tutto l’anno per promuoverlo nel mondo, come facciamo noi».

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