La vivacità e l’energia della capitale economica italiana, Milano, si confrontano con una realtà spesso scomoda per i giovani single e i lavoratori a basso reddito: il costo della vita troppo alto rispetto agli stipendi. L’incapacità di allineare i salari al costo della vita, infatti, mette in luce una disparità economica che mina le prospettive di chi cerca di affermarsi nella metropoli lombarda.
Milano, costo della vita superiore del 23% rispetto alla media delle grandi città
L’ultimo report sulle retribuzioni e il costo della vita, elaborato da “Tortuga e Adesso!”, ha fatto emergere dati sconcertanti. In una città in cui il costo del paniere minimo di beni e servizi necessari per scongiurare la povertà assoluta è stimato a 1.175 euro al mese, i giovani under 30 si scontrano con retribuzioni orarie lordamente basse: appena 7,73 euro all’ora nel settore privato. Questo, nonostante il costo per vivere a Milano sia del 23% superiore alla media delle grandi aree metropolitane italiane e addirittura del 37% più alto della media delle città con più di 50.000 abitanti.
A Milano il costo della vita erode il potere d’acquisto
Nonostante una retribuzione lorda oraria di 11,14 euro, superiore alla media nazionale e lombarda, i milanesi si trovano a fronteggiare un costo della vita che erode il potere d’acquisto. Anche considerando il 10% di giovani con redditi più alti, la differenza resta significativa, tanto da non riuscire a colmare il divario tra salari e costi.
Gli stipendi stagnanti da anni
L’annoso problema milanese sta nel fatto che il costo della vita aumenta, mentre gli stipendi sono stagnanti da anni. In un contesto in cui il tessuto sociale ed economico è in continua evoluzione, la questione dei salari e del costo della vita a Milano richiede un’immediata attenzione e azione da parte delle istituzioni e dei decisori politici per garantire una città inclusiva e sostenibile per tutti i suoi abitanti.
