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06. 05. 2024 07:56

Torture al Beccaria: indagini sui vertici, personale sanitario ed educatori

Due agenti indagati: «E' testimone a nostro favore». Negli atti il 'caso infermeria'

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Torture al Beccaria, spunta l’educatrice che scagiona due agenti. «Hanno chiamato pure l’educatrice (…) ha detto no non l’hanno menato». «E’ vero, ha dichiarato che noi non l’abbiamo menato». Così due agenti della Polizia penitenziaria, indagati nell’inchiesta della Procura di Milano su presunti maltrattamenti e torture al Beccaria, facevano riferimento, intercettati, ad una testimonianza «a loro favore» di una «educatrice» in relazione ad un caso di presunto pestaggio ai danni di un detenuto minorenne, lo scorso marzo.

Beccaria
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Torture al Beccaria: sospette coperture e omissioni dei vertici del penitenziario minorile

Le indagini dell’aggiunto Letizia Mannella e dei pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, condotte da Squadra mobile e Polizia penitenziaria, si concentrano ora, infatti, oltre che su altri 4-5 episodi di presunte violenze, anche sulle sospette coperture ed omissioni dei vertici del Beccaria, tra cui l’ex direttrice facente funzione Maria Vittoria Menenti, ma anche di personale sanitario ed educatori. Con la raccolta, che è in corso, di altre testimonianze, pure di ragazzi attualmente detenuti, e con l’analisi di telefoni e altri dispositivi sequestrati.

Torture al Beccaria: sequestrate anche le cartelle cliniche

Tra l’altro, mentre proseguiranno gli interrogatori di altri agenti finiti in carcere per le presunte torture al Beccaria, dagli atti emerge che alcune violenze sarebbero avvenute anche nei pressi dell’infermeria dell’istituto. Un ragazzo, poi, a proposito di un pestaggio subito nel novembre 2023, ha raccontato: «Mi hanno ancora picchiato in faccia sul naso che mi faceva tanto male (…) mi hanno portato in infermeria (…) l’ispettore ha parlato con un infermiere in dialetto (…) so solo che l’infermiere ha detto che non avevo niente, non mi ha medicato ma mi ha dato solo del ghiaccio». Nel blitz di due giorni fa gli investigatori hanno anche sequestrato cartelle cliniche, ora al vaglio.

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Le contestazioni degli agenti al nuovo direttore

In altre conversazioni intercettate poco più di un mese fa gli agenti contestano le azioni della nuova comandante della Polizia penitenziaria nell’istituto – che ha preso il posto di Francesco Ferone, indagato per falso nelle relazioni e sospeso – e del nuovo direttore Claudio Ferrari, arrivato al Beccaria lo scorso dicembre. «Noi siamo diventati gli ospiti a casa nostra», diceva uno degli agenti, poi finito in carcere con altri 12. E si lamentava così: «Poi il direttore senza titolo partecipa a prenderli a verbale, fa atti di pg senza che lui sia ufficiale di pg”.

L’insofferenza verso una mediatrice culturale

Un altro agente, inoltre, l’11 marzo scorso mostrava insofferenza nei confronti di una “mediatrice”, in altre conversazioni anche bersaglio di insulti, che aveva raccolto il racconto di un ragazzo. Uno degli arrestati per le presunte torture al Beccaria diceva così: «Arriva l’educatrice con la mediatrice culturale … e … se lo sono chiamato, gli ha dichiarato che è stato picchiato e la mediatrice culturale se n’è andata dal direttore a denunciare il fatto». Gli stessi pm nella richiesta cautelare, in merito alle indagini ancora da effettuare sui due filoni aperti, segnalano che «è necessario eseguire una serie di audizioni di detenuti», di «appartenenti al personale medico-sanitario, di educatori e di altre persone informate sui fatti».

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