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30. 04. 2024 14:17

Sotto il fischietto: le sfide e le gioie di essere arbitri nel rugby

Ad arbitrare la partita di Serie A maschile c'era una terna tutta rosa composta da Clara Munarini, Michela Giordani e Beatrice Smussi

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Senza di loro potete allenarvi finché volete, ma alla fine non potrete sfidarvi sul campo. Di chi parlo? Degli arbitri, figure sportive tanto amate quanto odiate, a volte, diciamocelo chiaro, più odiate che amate.

Eppure arbitrare non è per tutti, tener testa alla tensione agonistica di due squadre rivali e prendere rapidamente decisioni che decidono il gioco, parliamo di frazioni di secondo, applicando con padronanza e coerenza il regolamento; immaginate poi su un campo da rugby dove 30 cristiani combattono per 80 minuti con durezza e senza esclusioni di colpo: sfido chiunque a mettersi pantaloncini e fischietto e scendere nell’agone sportivo.

Gli arbitri nel rugby: gioie e dolori

Ma torniamo al punto: senza di loro i campionati non si giocano. Come si fa allora a rendere accattivante l’essere arbitri? Invogliare le giovani leve a decidere di diventarlo, dando inizio a quella che potrebbe poi rivelarsi una carriera ricca di soddisfazioni e di viaggi all’estero, districandosi tra placcaggi e decisioni difficili fino a divenire guardiani del Fair Play. Ci sta pensando il Comitato Regionale Lombardo degli arbitri di rugby impegnato da anni “a diffondere il verbo” fino ad essere arrivato ad “ingaggiare” anche numerose ragazze. Altro che sesso debole.

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Raduni, incontri, formazione, corsi online e in presenza e adesso anche scambi culturali, come l’ultimo organizzato con gli omologhi catalani. Obiettivo: far provare una nuova esperienza ai giovani arbitri costringendoli ad uscire dalla loro comfort zone esponendoli ad una cultura rugbistica in un paese in forte evoluzione, come dimostra anche il recente progetto avviato dalla Federazione Italiana Rugby con le franchigie femminili proprio con la Spagna.

Sei giorni, tre a Barcellona dal 17 al 19 novembre per Luca Trentin, Giorgio Annoni della sezione di Milano e Daniele Bagarolo della sezione di Parabiago che hanno arbitrato partite della Division de Honor Catalana (DHC) e tre a Milano per Carles Gil, Lluis Raurich e Joshua Bellido dal 24 al 26 novembre che hanno arbitrato due partite di serie C Cadette.

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Uno scambio che la terna spagnola, incontrata a bordo campo in occasione della partita di Serie A maschile ASR vs Biella ha definito fantastica: «Ci siamo sentiti accolti come in una vera famiglia e speriamo che sia stato solo l’avvio di una lunga collaborazione».

«Siamo felicissimi – ha aggiunto Francesco Russo, vice coordinatore nazionale e coordinatore lombardo arbitri di rugby – di condividere il risultato straordinario del nostro primo scambio culturale tra arbitri di rugby con la Spagna. È stata un’avventura incredibile che ci ha uniti attraverso la passione per questo sport fantastico regalandoci momenti indimenticabili e nuove amicizie. Ora guardiamo avanti con grande gioia sapendo che questa esperienza ha arricchito il nostro amore per il rugby e ha creato legami duraturi che siamo certi continueranno a crescere».

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Nota di colore: ad arbitrare la partita di Serie A maschile c’era una terna tutta rosa composta da Clara Munarini, Michela Giordani e Beatrice Smussi.

Per la cronaca sportiva, invece, nonostante i sei infortunati l’ASR stava per fare il colpaccio con lo squadrone del Biella. Ma nonostante la rimonta del primo tempo e i 9 punti di vantaggio raggiunti nel secondo e che sembravano aver messo in sicurezza la partita per i biancorossi, il finale ha visto uscire vittoriosi dal campo i Biellesi. La svolta l’ha data la meta gialloverde trasformata a dieci minuti dallo scadere del secondo tempo che ha ridotto lo svantaggio fino ad arrivare ad agguantare la vittoria per un solo punto, 25 a 26 e che è valsa ad Emilio Vezzi il titolo di Player of the match.

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