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27. 04. 2024 02:32

Powervolley, parla Matteo Piano: «Come insegna Gandhi, c’è un’alternativa a tutto»

Ancora ai box, il capitano dell’Allianz Powervolley Matteo Piano racconta il dietro le quinte di una stagione complicata, ma tutta da scrivere

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Ci sono capitani e capitani. Matteo Piano, il capitano dell’Allianz Powervolley Milano, è uno di quelli da prendere ad esempio sul campo, anche se in questa stagione non è ancora riuscito a calcarlo a causa dell’infortunio subìto lo scorso ottobre in maglia azzurra durante la trasferta in Giappone per la Coppa del Mondo.

 

Matteo Piano, il ritorno dall’operazione

Uno stop che lo ha costretto all’operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Astigiano, ventinovenne, autore de Io, il centrale e i pensieri laterali scritto con la psicologa sportiva Cecilia Morini e fondatore con Luca Vettori della web radio Brodo di Becchi, Piano continua a sostenere i suoi compagni e guardare le partite a due passi dalla panchina. Lo farà anche domenica quando all’Allianz Cloud arriverà Ravenna (alle 18.00, arbitri Santi e Sobrero).

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Matteo, come stai adesso?
«Fisicamente sto bene, continuo il mio cammino di riabilitazione. Però psicologicamente non è un periodo facilissimo perché con la ripresa del campionato mi scontro di nuovo con la consapevolezza di non poter essere in campo. Questo non mi fa stare bene».

Quando ti vedremo sul rettangolo dell’Allianz Cloud?
«Spero di tornare a giocare il prima possibile, ma il rientro non è ancora un traguardo vicino. Poter essere di nuovo in campo è il mio sogno del 2020».

Se dico Tokyo, invece, cosa pensi?
«La possibilità di poter prendere parte all’Olimpiade è la seconda cosa più luminosa che ho messo in ordine di tempo nel mio cammino verso il recupero».

Come hai vissuto fin qui questa stagione?
«Cercando di vivere al meglio un giorno dopo l’altro. Questo ha significato trovare motivi d’entusiasmo anche quando apparentemente non ce ne sarebbero e trasferire la gioia a me, a chi mi sta intorno e ai miei compagni di squadra. Posso dire di essere soddisfatto perché tutte le cose che ho fatto dal momento dell’infortunio mi hanno riempito di sorrisi anche al di là della pallavolo».

Matteo Piano, cuore di capitano

Cosa significa essere capitano del Powervolley?
«Portare avanti e rappresentare la squadra e i suoi obiettivi. Mi fa molto piacere ricoprire il ruolo e quest’anno, visto come sono andate le cose, ha significato mettermi un po’ più a nudo con i miei compagni e con le persone con cui lavoro tutti i giorni. Mi ha aiutato anche a crescere come persona».

Quando hai capito che, nonostante tutto, la squadra sarebbe venuta fuori dalle difficoltà?
«Sapevo che c’erano le potenzialità e ho capito che la strada imboccata era quella giusta dalla risposta messa in campo dopo il mio infortunio, al quale poi è seguito il problema di Aimone Alletti. Le risposte alle difficoltà sono importanti e, come ha insegnato il Mahatma Gandhi, abbiamo capito che c’è sempre un’alternativa a tutto».

Da astigiano, come vivi Milano?
«Pur essendo legatissimo alle mie colline, alla mia età ho scoperto di stare benissimo qui e di essere pienamente inserito in questa città che ho scoperto di amare nelle sue possibilità, nei suoi quartieri e anche nel suo essere, a volte, molto legata alle apparenze. Una città che mi sta dando tanto oltre alla pallavolo».

Dove può arrivare questa tua Milano pallavolistica?
«Vedremo. La voglia di crescere è tanta, ma dobbiamo conquistarci il presente. Di sicuro c’è che, sin dal mio arrivo nel 2018, lavoro insieme a persone ambiziose che vogliono portarla in alto».

Powervolley e Brodo di Becchi potranno mai incontrarsi in qualche modo?
«Direi che si stanno già molto simpatici. E Brodo di Becchi sta crescendo tanto, mi sa che una bella amicizia ci può stare».

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