Nuova puntata di quella che è diventata una vera e propria telenovela, la storia legata al futuro del palazzo del ghiaccio Agorà di Milano, sito in via dei ciclamini. Dopo lo sfogo di ieri della Curva del Milano, la frangia storica del tifo della formazione milanese di hockey su ghiaccio che ha deciso di far sentire forte la sua voce («Sala e Riva, basta prese in giro. Il palazzo di deve riaprire e l’hockey a Milano non deve morire») ecco una piccola, possibile, luce in fondo al tunnel.
Palazzo del ghiaccio Agorà, il Comune dialoga con un privato per l’immediata riapertura
La luce in fondo al tunnel è questa: il Comune di Milano sta dialogando, in questo momento, con un soggetto privato per provare a far riaprire, il prima possibile, il Palazzo del ghiaccio Agorà di via dei ciclamini: «A seguito della pubblicazione dell’avviso pubblico finalizzato alla ricezione di eventuali manifestazioni di interesse per la riqualificazione e la gestione dello Stadio del ghiaccio, si sono aperte alcune interlocuzioni, che stanno proseguendo, con soggetti privati, che hanno manifestato un primo interesse di massima». Questo il messaggio raccolto in esclusiva dalla redazione di Mi-Tomorrow e proveniente dalla direzione lavoro, giovani e sport del Comune di Milano.
Bando pubblico deserto, ma il palazzo del ghiaccio agorà potrebbe riaprire ugualmente
Nonostante il bando pubblico lanciato dal Comune, volto all’individuazione di operatori interessati alla riqualificazione e alla gestione del complesso sportivo con un partenariato pubblico-privato, bando che non ha trovato una soluzione che potesse soddisfare le esigenze di Palazzo Marino, ecco queste possibilità, legata ad un soggetto privato che potrebbe fare da ponte, come era nelle intenzioni del Comune stesso, prima del lancio di un nuovo bando. Questo permetterebbe all’impianto di tornare ad essere operativo, anche se «… al momento non è possibile fornire un orizzonte temporale attendibile per la riapertura dell’impianto, poiché esso è conseguente all’esito delle interlocuzioni con i soggetti privati che hanno manifestato un primo interesse di massima, pertanto le tempistiche non dipendono esclusivamente dalla volontà dell’Amministrazione» riferiscono fonti vicine a Palazzo Marino alla nostra redazione.
