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26. 04. 2024 19:41

Per la prima volta insieme Danti, Raf e Rovazzi: «Liberi di essere liberi»

La nuova hit del producer di Desio spopola già in radio. Per Danti si tratta della prima collaborazione con Raf, mentre con Rovazzi prosegue il sodalizio artistico nato con Andiamo a comandare

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E’ attualmente in rotazione radiofonica e nei digital store Liberi, il nuovo singolo di Danti – autore e produttore tra i più attivi del momento – scritto e interpretato insieme a Raf e Rovazzi: la nuova hit dell’ex Two Fingerz arriva dopo Canzone sbagliata (con Luca Carboni e Shade) e Tu e D’Io (con J-Ax e Nina Zilli) e si candida ad essere una delle colonne sonore dell’estate.

Per la prima volta insieme Danti, Raf e Rovazzi: «Liberi di essere liberi»

Daniele, sei stato tra i primi ad esporti discograficamente in piena pandemia.
«In realtà quelli che stanno pagando il vero scotto sono tutti gli addetti del “dietro le quinte”. Molto si sta facendo grazie alle belle iniziative, ma ci si sente lo stesso abbandonati senza qualcuno che tuteli questo settore. Noi artisti, in veste di “aziende” di questo settore, potremmo pensare in prima persona a tutelare di più i nostri compagni di viaggio e addetti ai lavori».

Quale genere sopravvivrà?
«Non c’è più un genere da seguire, ora si pensa più al “basta che funzioni“: ma se dovessi scommettere su un grande ritorno, da qui a due anni, punterei sulla house, sull’afro o sul rock».

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Prima con Canzone sbagliata, oggi con Liberi: due brani che hanno marcato una “evasione” necessaria in questo periodo complicato. Sta cambiando il ruolo della musica?
«La musica è sempre stata la colonna sonora delle nostre vite e il compito di chi le mette al mondo è, a volte, immortalare momenti senza tempo e, a volte, anche far passare dei momenti di libertà e leggerezza in un momento pesante come questo. È il nostro dovere».

Da Desio al centro di Milano. Come hai costruito il tuo rapporto con la metropoli negli anni?
«Il mio rapporto con Milano è strano. Ho sempre preferito le case basse rispetto ai palazzi, essendo cresciuto nella periferia dell’hinterland. Anche ora, calato nella realtà milanese, cerco quella dimensione di “paese” fatta di piccoli negozi e di artigiani. Con stupore sono riuscito a trovarla nascosta tra le sue vie trafficate».

Come hai passato la tua quarantena?
«Ho avuto la fortuna di trovare l’amore all’inizio del lockdown – rimanendo a casa con Nina (Zilli, ndr) – e questo ha sicuramente giocato a mio favore essendo, di natura, un paranoico. Abbiamo notato una serie di cambiamenti scioccanti tra le varie fasi, ma anche poca consapevolezza della gente su quello che stava realmente accadendo».

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