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30. 04. 2024 06:48

Come è diventata la Milanesiana, Sgarbi: «Milano ha costruito la mia identità»

La fondatrice racconta l’edizione numero ventiquattro della manifestazione che proseguirà fino al 27 luglio

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Ventiquattro anni fa nasceva la Milanesiana. Da allora sono cambiate molte cose: «Prima durava una settimana, ora due mesi. Si svolgeva in un cortile di Milano, ora in venti città. Era dedicata alla Letteratura, Musica e Cinema, ora include undici discipline». Lo racconta Elisabetta Sgarbi, ideatrice e direttrice di una rassegna culturale che negli anni ha reso importante il nome di Milano in tutta Italia.

La Milanesiana e l’anteprima con Quentin Tarantino: «Tremila persone su piazza del Duomo: uno dei più grandi eventi mai fatti in una libreria» afferma Elisabetta Sgarbi

Si ricorda gli inizi de La Milanesiana?
«Certo. Nacque per intuizione di Ombretta Colli, allora Presidente della Provincia di Milano, e di Cesare Cadeo, allora Assessore. Mi chiesero di fare qualcosa per loro, nel bel cortile di Palazzo Isimbardi. Dedicai una edizione alla poesia. Chiuse quell’edizione Carmelo Bene, premiato da Riccardo Muti. Fu un grande successo».

Il tema di quest’anno si racchiude in una parola, “Ritorni”. A lei che immagine suggerisce?
«Nella mia vita ho sempre fatto ritorno: a casa, a Ro, a Ferrara, dai miei genitori. Il ritorno è uno spazio di riflessione, spirituale in mezzo alla frenesia del lavoro quotidiano che spinge a fare tante cose. Ci si ferma un attimo, si fa qualche passo indietro, e si scopre che in realtà stiamo comunque facendo passi avanti».

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Pensa che ciascuno abbia un proprio ritorno?
«Il ritorno è accompagnato da stati d’animo universali: nostalgia, paura, gioia. Ma vorrei anche dire, in questi giorni difficili per la mia Emilia Romagna, che il mio pensiero va a quelle persone che non possono più fare ritorno a casa, perché la casa è stata colpita dall’alluvione».

Eventi che fanno parlare la natura, gli stessi ritorni vi sono legati. Crede che il legame tra uomo-natura sia ancora stretto nonostante l’evoluzione tecnologica?
Il rapporto con la natura è un tema che vedremo disseminato nel corso di tutto il programma. Il nostro rapporto con la natura è viziato, all’origine, e ora sempre più, dall’artificio e dalla tecnica. Abbiamo, dunque, provato a declinare il tema del “ritorno alla natura” in termini di “restituzione”: come può l’uomo, sempre più artificiale, restituire un po’ di spazio alla natura, prima che la natura se lo riprenda da sé, magari con la violenza (come accade già ora)».

Quest’anno La Milanesiana è stata anticipata da un incontro da Oscar, quello con Quentin Tarantino, cosa l’ha colpita?
La generosità di Tarantino. Chi non c’era ha detto cose inesatte. Tarantino non poteva parlare in pubblico del suo libro perché aveva un’esclusiva con Brescia. Ma ha parlato con ciascuno dei fan cui ha firmato le copie. Uno per uno, per cinquecento persone. Ha un rapporto quasi fisico con i suoi fan. E il colpo d’occhio di tremila persone su piazza del Duomo il venerdì di Pasqua. Uno dei più grandi eventi mai fatti in una libreria».

Che genere di compagna è stata Milano per la sua vita?
«A Milano ho costruito la mia identità professionale. Sono diventata adulta. A Milano ho la mia casa, il mio lavoro, La nave di Teseo, la Milanesiana. Le sono debitrice, e cerco di restituirle quanto mi ha dato. Ciò detto, quando posso, amo fare ritorno a Ro, alla casa della mia infanzia, dove ritrovo i miei genitori che non ci sono più, ma ci sono. E dove torna anche mio fratello Vittorio».

La Milanesiana
Mercoledì 24 maggio Edward Enninful alle 19.00
DG Martini
Corso Venezia, 15
Ingresso gratuito su prenotazione su eventbrite.it
lamilanesiana.eu

 

La Milanesiana

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