Quante volte vi è capitato di trovarvi al centro del salotto o della camera da letto e dire, sconsolati: «Mamma mia, che caos, devo mettere in ordine»? Tante, verosimilmente. Quasi sempre questa ammissione è seguita da un «Appena ho tempo, lo faccio», già sapendo che trattasi di una promessa da marinaio. Ora il tempo c’è e in abbondanza, giacché, ahinoi, il coronavirus ci costringe a casa, e mettere in ordine la propria dimora, fare decluttering, diventa un modo per cambiare aria alla nostra vita.
La casa, d’altronde, come scriveva Kahlil Gibran, è il nostro corpo più grande. Concorda la professional organizer Elena Dossi, che aiuta le persone a semplificare le loro giornate, liberando tempo e spazio. Nel 2014 ha creato Rinchiudetely.it, nome che già dice molto: rinchiudendo vestiti e oggetti al loro posto ed eliminando il superfluo dalla propria vita si (ri)scopre un sacco di libertà in più.
Decluttering: l’intervista a Elena Dossi
Questa forzata clausura è uno sprone a passare dalle parole ai fatti?
«In questo momento, volenti o nolenti, ci troviamo tutti ad avere tempo, risorsa che fino a ieri sembrava assai scarsa. Nella miriade di cose che si possono fare tra le mura di casa, si può pensare di sfruttare questo tempo per dedicarsi a tutte quelle attività cui abitualmente si rinuncia perché indaffarati e concentrati su altro».
Per esempio?
«Intanto il decluttering, ovvero provare a eliminare tutto ciò che è superfluo e che rende la nostra casa disordinata. Il disordine è stressante e faticoso, perché genera confusione nell’ambiente che ci circonda e anche nella nostra testa: al contrario, una casa ordinata e ben organizzata è accogliente, aumenta l’armonia e il benessere in famiglia e contribuisce a migliorare la qualità della nostra vita in tutti i suoi aspetti. Tutto ciò è importantissimo, specie in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui la casa è davvero un nido, il luogo sicuro dove stare».
Cosa fare in concreto e come?
«Si potrebbe pensare di organizzare delle piccole sessioni giornaliere, di mezz’ora o un’oretta, in cui riordinare una stanza, magari facendosi aiutare dal resto della famiglia. Si tratta di prendere consapevolezza di ciò che davvero ci serve ed eliminare quel che è ridondante. Per me il decluttering è uno stile di vita: ascoltare e conservare quel che davvero vogliamo intorno a noi; discorso che vale per gli oggetti, ma anche, più ampiamente, per le attività, le persone e le relazioni”.
Dici “fare ordine” e pensi subito all’armadio…
«È vero e, in effetti, la richiesta d’aiuto che ricevo più spesso riguarda proprio l’organizzazione dell’armadio. È il posto, d’altronde, dove inizia la giornata e con cui ci confrontiamo spesso, specie noi donne. In esso, poi, non ci sono solo vestiti e oggetti, ma anche molto altro».
Cioè?
«L’armadio custodisce ricordi, emozioni, il “vorrei essere”. Riorganizzarlo diventa una scusa e un modo per iniziare a fare ordine anche dentro se stessi per avere finalmente un armadio che ci somigli e risponda alle nostre esigenze, libero dalla zavorra e dal passato. Si tiene solo ciò ci piace e ci valorizza, trovando anche la migliore soluzione organizzativa, eliminando quel che non ha più senso tenere».
A proposito di organizzazione: che consigli daresti per ordinare al meglio queste giornate?
«Chi non deve sfruttare questo momento come lavorativo può provare a riscoprire il tempo libero per fare tutto ciò che si è finora trascurato, meglio se riscoprendo il valore del single-tasking contro le storture del multitasking, che non esiste e che spesso vuol dire solo fare tante cose insieme e male. Provare, insomma, a rallentare davvero e guardare tutto da una prospettiva diversa, che, quando andiamo a velocità “normale”; non siamo in grado di vedere».
Per chi, invece, è a casa, ma deve lavorare?
«La questione di chi da un giorno all’altro si è ritrovato costretto allo smart working, senza esserne abituato, è delicata: è importante ricavarsi una postazione di lavoro funzionale, meglio, se possibile, dedicata. Occorre, poi, prendere confidenza con nuove abitudini: è bene, per esempio, darsi delle regole di tempo e non lavorare in pigiama. Cambiare, insomma, il mindset: riuscire a passare dalla stanza da letto alla scrivania, che magari è nella stessa stanza, facendo quello switch necessario per entrare in modalità lavoro e non perdere la trebisonda».
Come operi in concreto?
«Dalle consulenze a domicilio per aiutare le persone a riorganizzare i propri spazi in modo funzionale, ai corsi e workshop per le aziende, passando per il decluttering online. Nelle prossime settimane, poi, ho in programma tre webinar gratuiti di un’ora, dalle 14.30: il 19 marzo parleremo di come lavorare al meglio da casa quando non si è abituati a farlo; il 25 marzo di come riorganizzare l’armadio e le pulizie di primavera; il 1° aprile di decluttering».