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30. 04. 2024 13:24

I Navigli e le contraddizioni del sindaco

La scena emblematica di questo fine settimana è stata la discoteca ai Navigli. Nonostante le giustificazioni di Sala, sorge spontaneo chidersi: non si poteva fare di più?

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In merito a quanto accaduto sui Navigli nella giornata di sabato si è già detto di tutto sui social della domenica. L’antefatto è l’appello di Beppe Sala, pubblicato con un video su Instagram sabato mattina, dove il sindaco raccomandava comportamenti corretti, denunciando proprio il non rispetto delle regole che ci avrebbe portato alle porte della terza ondata di contagi Covid.

Poi nel pomeriggio di sabato si sono viste scene di assembramenti e in serata pure di rave-party, ampiamente anticipati con tam tam via social. La domanda, alla quale il sindaco ieri mattina ha risposto stizzito ancora una volta via social, è sempre la solita: dove erano i controlli?

Un quesito rafforzato dal fatto che quanto visto in Darsena era ampiamente prevedibile, sbandierato anche da chi stava organizzando festini di addio alla zona gialla (e pure alle mascherine, vedendo bene foto e filmati). Sala ha replicato spiegando, di fatto, che le forze in campo sono quelle che sono. C’è, però, un precedente: il 7 maggio scorso, sempre sui Navigli, si verificarono scene pressoché analoghe con gente ammassata per gli aperitivi, allora ancora in asporto senza servizi al tavolo.

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Il giorno seguente lo stesso sindaco tuonò con un video (sacrosanto e apprezzato da tutti, noi compresi), minacciando di chiudere i Navigli. La sera stessa rafforzò le pattuglie in loco e vi andò pure lui di persona a verificare il rispetto delle regole. Che cosa è cambiato? Non si poteva fare altrettanto anche sabato scorso? Personalmente l’ho chiesto a Sala sotto il suo post di difesa pubblicato ieri mattina. Non vi è risposta. Evidentemente, però, quando si vuole – come sempre – si può.

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