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30. 04. 2024 06:29

Cinque domande a Brusco: «Scoprite il mio Mappamondo»

L'artista romano torna con un nuovo progetto

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Sono passati vent’anni dall’esordio discografico di Brusco. Ora l’artista romano torna con un nuovo progetto intitolato Mappamondo, anticipato dall’omonimo singolo e da Isola di Plastica. Un disco al quale hanno preso parte anche Clementino e Gemitaiz.

Come mai questo titolo?
«Il tema del viaggio è sempre presente nei miei lavori. Nell’ultimo periodo non mi è stato possibile fare viaggi lunghi quindi ho pensato di immaginare il mondo, anche come copertina e filo conduttore di tutto l’album».

Qual è l’idea alla base di Mappamondo?
«Ho tante canzoni pronte, ma ho scelto di fare un disco di solo dieci pezzi scegliendo quelli più adatti al momento, soprattutto per quel che riguarda il periodo che stiamo vivendo. Ho cercato di fare qualcosa che potesse dare buonumore, speranza e positività».

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C’e spazio per l’ironia nella prima estate post vaccini anti-Covid?
«L’ironia ci aiuta a vedere le cose che ci preoccupano e ad affrontarle in maniera simpatica. È uno strumento che ci consente di vivere la realtà e di elaborarla».

Uno dei pezzi più intensi è Isola di Plastica.
«È uno dei pezzi che preferisco in assoluto. Con un approccio poetico ho creato un parallelo tra l’amore di coppia e quello per il pianeta che ci ospita e che ha bisogno di cura e dedizione».

Il pubblico ricorda Sotto i raggi del sole, un tuo successo di tanti anni fa. Com’è cambiato il concetto di tormentone?
«Non te lo so dire perché il mio fu un incidente di percorso. Una concomitanza di eventi fece sì che il brano diventasse una hit. Ora quando arriva la primavera iniziano a uscire in contemporanea una ventina di pezzi che hanno tutti l’ambizione di diventare il brano dell’estate. Se il tormentone esce spontaneamente è fico, se nasce per inseguire il gusto che si presume la gente abbia, diventa una cafonata».

 

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