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30. 04. 2024 00:03

Casa degli Omenoni, il gioiello milanese del Cinquecento: storia e curiosità

Quando si passa davanti a questa Casa è impossibile non notare gli otto “grandi uomini” in pietra

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Costruita nel 1565 e situata dietro alla famosa chiesa di San Fedele, in pieno centro storico, nel cuore di Milano, la Casa degli Omenoni è nota anche come Palazzo Leoni-Calchi. Il suo nome – che, come si può notare, è davvero particolare – deriva dagli otto telamoni in pietra ben visibili sulla facciata, scolpiti dall’artista Antonio Abondio.

Casa degli Omenoni: la storia

La Casa degli Omenoni nacque grazie allo scultore e cesellatore Leone Leoni, di origine arentina, cresciuto in Lombardia e trasferitosi poi stabilmente a Milano. L’artista, che lavorava al servizio di Carlo V d’Asburgo e Filippo II di Spagna, nel 1549 acquistò la proprietà. Qualche anno dopo, nel 1565, ne avviò la ristrutturazione.

Qui abitava non solo Leone, ma anche il figlio, Pompeo, scultore di professione. Entrambi passarono alla storia in quanto furono noti collezionisti e mercanti d’arte dell’epoca. Padre e figlio, tra le altre cose, riunirono proprio all’interno della loro abitazione, collezioni e opere artistiche di grande valore. Spiccavano, ad esempio, quadri di Tiziano, di Correggio, nonché disegni di Leonardo Da Vinci.

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Giorgio Vasari, il più grande storico dell’arte italiano di tutti i tempi, descrisse Leone Leoni come un uomo che «per mostrare la grandezza del suo animo, il bello ingegno che ha avuto dalla natura, e il favore della fortuna, ha con molta spesa condotto di bellissima architettura un casotto nella contrada de’ Moroni, pieno in modo di capricciose invenzioni, che non n’è forse un altro simile in tutto Milano».

Casa degli Omenoni
La Casa degli Omenoni nella Descrizione di Milano di Serviliano Latuada (Fonte: Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1708113)

Com’è Casa degli Omenoni: la descrizione

Quando si passa davanti alla suggestiva Casa degli Omenoni è impossibile non notare l’incredibile facciata. Basta alzare di poco lo sguardo per ammirare uno spettacolo davvero particolare e unico nel suo genere. Sta proprio qui il reale punto di forza dell’edificio.

Gli elementi decorativi e il rigore architettonico compongono, insieme, un vero e proprio inno all’arte della ornamentazione. Sulla facciata c’è un alternarsi continuo di festoni, chimere, aquile, leoni e cariatidi.

Ci sono inoltre otto imponenti telamoni in pietra. Con il termine telamone si intende una scultura maschile che può essere a tutto tondo o ad altorilievo. Solitamente veniva impiegata come sostegno strutturale in sostituzione di colonne e lesene. Oggi viene utilizzata anche come puro elemento decorativo.

Ebbene, proprio questi talamoni chiamati omenoni (termine dialettale che significa “grandi uomini”, ndr) sono di chiara e suggestiva ispirazione classica. Sopra le loro teste sono indicate le stirpe a cui appartengono: Marcomanno, Sarmata, Parto, Adiabene, Quado e Svevo.

A caratterizzare la facciata ci sono poi finestre con il timpano spezzato e non solo. Molto belli e particolari sono i balconcini aggiunti in epoca ottocentesca. Non manca infine lo stemma degli allora proprietari, la Calunnia sbranata dai leoni.

Casa degli Omenoni
Il rilievo con la Calunnia sbranata dai leoni (Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1844539)

Il cortile di Casa degli Omenoni

In molti conoscono solo la parte esterna della Casa e non sanno che essa nasconde un incantevole cortile interno, il quale fu soggetto ad una importante opera di restaurazione nel 1929 da parte di Pietro Portaluppi, architetto, urbanista e storico dell’architettura milanese.

Il cortile oggi è caratterizzato, tra le altre cose, da tre ali porticate con fregio di triglifi e di metope.

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