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30. 04. 2024 00:44

Parkinson, la ricerca scientifica di un’eccellenza milanese. Isaias (Gaetano Pini-CTO): «Rallentare la progressione: così»

Il direttore del Centro Parkinson e Parkinsonismi dell’ASST Gaetano Pini-CTO racconta gli studi su questa malattia: «Migliorare la qualità di vita e la personalizzazione delle cure sono gli obiettivi primari»

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Con la Giornata mondiale del Parkinson, che si è celebrata ieri, è doveroso fare un passo indietro per parlare di una malattia che continua a crescere nel numero dei casi. Fortunatamente aumentano anche nelle sperimentazioni la ricerca per migliorare la vita di chi ne soffre. Milano oggi è la sede di una delle strutture di eccellenza per lo studio di questa complessa malattia, il Centro Parkinson e Parkinsonismi dell’ASST Gaetano Pini-CTO. «La ricerca scientifica è intensa, non si è trovata ancora una causa di malattia, ma ci sono più fattori scatenanti: predisposizione genetica, fattori ambientali e comportamentali», afferma il professor Ioannis Ugo Isaias, direttore della struttura.

Nella giornata dedicata al Parkinson, approfondiamo cause e ricerche scientifiche. Ioannis Ugo Isaias (Gaetano Pini-CTO): «I tossici ambientali possono aumentare significativamente il rischio di malattia»

 

Parkinson

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Che tipo di malattia è?
«La malattia di Parkinson è una patologia neurologica caratterizzata principalmente dalla degenerazione di un gruppo di cellule in una regione cerebrale chiamata “substantia nigra”, portando a una carenza di dopamina».

Come riconoscerla?
«Viene diagnosticata in presenza di sintomi motori, rallentamento dei movimenti, rigidità muscolare, talvolta tremore e disturbi dell’equilibrio e del cammino. In alcuni pazienti questi stintomi sono preceduti da problemi del sonno, riduzione dell’olfatto, stipsi e depressione».

Viene definita malattia “lavorativa”, si parla di evidenze legate all’esposizione ai pesticidi.
«Sì, i tossici ambientali possono aumentare significativamente il rischio di malattia. Questi sono di tre tipi: i pesticidi, che possono anche raddoppiare il rischio di sviluppo della malattia, i solventi e i metalli pesanti. Definire una correlazione tra un’esposizione a questi tossici e la malattia è difficile, dipende dalla quantità, dal tempo di esposizione e dal tipo di agente tossico».

A che punto è la ricerca scientifica?
«Stiamo facendo molto, la ricerca si muove su tre livelli: capire le cause della malattia e prevenirne l’esordio, migliorare le terapie disponibili, e sviluppare nuove strategie terapeutiche per rallentare la progressione dei sintomi. Il Centro Parkinson è tra i primi in Italia ad aver iniziato un nuovo trattamento di infusione sottocutanea di levodopa, per integrare nei pazienti le carenze di dopamina in modo continuo. Stiamo anche studiando l’utilizzo di farmaci antidiabetici nel tentativo di rallentare la progressione della malattia».

Quali i punti di forza delle vostre terapie?
«Abbiamo nuove strategie terapeutiche di neuromodulazione e stiamo sviluppando nuovi neurostimolatori, per una stimolazione cerebrale profonda di tipo adattativo, che registrano in continuo l’attività celebrale per una stimolazione più puntuale e precisa. Al Centro Parkinson abbiamo già in cura otto pazienti con questa terapia che, se eseguita in pazienti selezionati, è molto efficace nel migliorare i sintomi motori della malattia».

Un passo avanti nella ricerca?
«Sì, perché riusciamo a registrare e studiare l’attività celebrale legata alla malattia nel vivere quotidiano del paziente, per migliorarne la qualità di vita, che è il nostro obiettivo primario».

A due anni dal suo arrivo in questa struttura può tracciare un bilancio sugli obiettivi raggiunti?
«Sono molto contento di quanto siamo riusciti a creare in così poco tempo. Grazie allo sforzo congiunto della Direzione Strategica dell’ASST G.Pini-CTO e della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, con i colleghi del Centro Parkinson abbiamo potenziato la ricerca, vincendo finanziamenti importanti del PNRR e creato ambulatori specialistici per studiare tutte le problematiche di questa malattia».

Una delle mission è la cura personalizzata del paziente?
«Sì, la personalizzazione delle cure e la presa in carico del paziente sono la nostra missione, per un aiuto concreto nel migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti. Un esempio è la reperibilità telefonica che neurologi e infermieri specializzati offrono per tre ore al giorno, anche nei fine settimana con un numero “SOS Parkinson”, per una consulenza qualificata e un aiuto tempestivo».

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