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30. 04. 2024 04:35

Bebe Vio racconta WEmbrace Sport: «Una vera figata»

Reduce dal successo di WEmbrace Sport, Bebe Vio racconta perché a Milano i messaggi giusti arrivano più rapidamente: «Così aiuto bambini e ragazzi con disabilità»

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Milano, Bebe Vio, WEmbrace Sport e l’importanza delle discipline integrate. Non è un caso che la pluricampionessa paralimpica sia oggi la testimonial più credibile per aiutare bambini e ragazzi con disabilità a credere in se stessi e nelle proprie potenzialità. WEmbrace Sport, partito proprio pochi giorni fa qui, si appresta a diventare un evento itinerante anche in Europa. «Ne abbiamo discusso il mese scorso con Ursula Von Der Leyen – racconta la Vio a tu per tu con Mi-Tomorrow – e si è mostrata particolarmente interessata».

Bebe Vio testimonial di Wembrace Sport

Bebe, che ricordo porterà di questa serata per WEmbrace Sport?
«Intanto è un evento unico nel suo genere, a cui io tengo davvero tanto. Per la prima volta al mondo, grazie anche ad art4sport, abbiamo unito i grandi campioni olimpici e paralimpici per una sfida su quattro discipline (scherma, basket, calcio e pallavolo, ndr) giocate tutte in modalità paralimpica. Una vera figata».

Ed è solo l’inizio, no?
«Certo che sì. Abbiamo scelto di partire da Milano perché, lo sappiamo, è la città più “europea” del nostro Paese. Ma, per le edizioni future, l’idea è di allargare anche ai Paesi esteri».

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Quanto Milano aiuta a promuovere lo sport integrato?
«Per me ogni città dovrebbe essere il posto ideale per promuoverlo. Poi Milano e il suo dinamismo contribuiscono a darne un’eco maggiore in un tempo breve. Ma il nostro lavoro non può fermarsi qui… ed ecco la Bebe Vio Academy».

Perché proprio in questa città?
«L’idea è nata nel tempo, dopo anni di esperienza con art4sport abbiamo capito quanto siano importanti le attività sportive nel percorso di crescita dei bambini e dei ragazzi con disabilità. Allo stesso tempo, ci siamo resi conto di come, ancora oggi, siano tante le barriere fisiche e psicologiche che bloccano bambini e ragazzi disabili a praticare sport. Diventa fondamentale creare una comunità integrata, dove lo sport si fa strumento di inclusione, partecipazione e divertimento».

In vista di Milano-Cortina 2026, art4sport avrà un approccio anche sugli sport paralimpici invernali?
«Al momento siamo orientati sulle paralimpiadi di Parigi del 2024. A Tokyo siamo arrivati in sette e siamo riusciti a portare a casa tre ori, un argento e un bronzo».

Mica male.
«Altroché! E per gli sport paralimpici invernali, in futuro, mai dire mai…».

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