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30. 04. 2024 08:02

Abbattiamo il Castello Sforzesco: ai milanesi non piace, ma è lecito privarsi dell’arte?

Il dibattito è aperto, possiamo rinunciare alla nostra memoria storica?

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Ai milanesi non piace il Castello Sforzesco. Forse non a tutti, ma ad una fetta di popolo meneghino il vetusto quadrilatero presente nel cuore della città non va giù. Questo, perlomeno, è quello che traspare da un post pubblicato sul sito internet Milano da Vedere, sfogo di tante pagine social dall’ampio seguito milanese e non solo. Ora, però, arriva la domanda: si può abbattere il Castello Sforzesco? Si può rinunciare all’arte?

Il Castello Sforzesco non piace ai milanesi

Ovviamente stiamo esagerando, prendendo spunto da una provocazione del web per ingigantire le cose. Però questo è un chiaro tema di discussione: possiamo privarci della nostra storia, di opere che ci ricordano i tempi pregressi, per fare spazio al nuovo? Possiamo rinunciare a quelli che sono divenuti dei simboli della città, solo perché sono cambiati i gusti delle persone? Non ci troviamo di fronte ad un pantalone, una gonna o una camicia, che con l’andare del tempo si consuma, si logora e passa di moda. Questa è arte.

Il caso della foto di Cattelan

Certo, è arte. Ma sta di fatto che solo 24 ore prima Facebook, sua maestà il social network, colui che ha dato origine a tutti i vari mondi digitali che ci circondano oggi (da Instagram a Snapchat, fino a TikTok, Twitch e compagnia cantante), aveva detto no alla pubblicazione di una foto di un’opera di Maurizio Cattelan, quella in cui l’artista si ritrova impiccato. Perché, secondo Zuckerberg e compagni, incita al suicidio. Ma non abbiamo detto che è arte? 

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Chiediamo a Beppe Sala di abbattere il Castello Sforzesco

Ora andiamo in forze dal sindaco Beppe Sala a chiedere di abbattere il Castello Sforzesco. Perché ce lo chiedono i milanesi e perché, in fin dei conti, ci piace giocare con l’arte. Che è sacra, anche quando presenta temi blasfemi, in quanto unica. E come tale va gestita. Teniamoci il nostro Castello Sforzesco, ma lasciateci parlare di tutta l’arte, anche quella di Cattelan. Capito Facebook?

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