«Speriamo di vedere una ripresa del turismo, anche se le condizioni restano problematiche e difficili», ha spiegato Giulio Lattanzi, Direttore Generale del Touring Club Italiano, nel corso di una livestory sul canale Instagram di Mi-Tomorrow.
L’intervista a Giulio Lattanzi, Touring Club Italiano
Fase 3 vuol dire ripresa?
«L’aspetto psicologico avrà un’importanza decisiva, ma c’è molta preoccupazione per il futuro e i posti di lavoro».
A metà marzo il Touring Club Italiano ha ideato il progetto “Passione Italiano”, di cosa si tratta?
«Vogliamo prenderci cura dell’Italia per renderla più attrattiva e competitiva. È questa la nostra missione».
In che modo?
«Valorizziamo i territori e i luoghi, ci sono 83 posti che sono visitabili grazie ai tremila volontari impegnati in questa associazione. Lo facciamo producendo guide e cartografia e promuoviamo un turismo che sia sostenibile. Da quando è partito il lockdown abbiamo pensato a tenere vivo il filo, promuovendo l’Italia».
Qual è l’idea principale?
«Abbiamo pensato a contrapporre la mappa della bellezza a quella del contagio. Siamo molto ricchi, abbiamo proposto un viaggio che spiegava la nostra volontà. Abbiamo postato ogni giorno luoghi che ritenevamo di valore, con una storia che parte dalle nostre guide. E infine abbiamo chiesto a chi ci segue di postare i loro posti preferiti».
Una vera e propria valorizzazione dell’Italia…
«Esaltiamo l’Italia, esatto. Sapevamo che sarebbe diventata una meta per la Fase 2, saranno i luoghi più ricercati».
Questa emergenza sembra quasi come dirci “adesso o mai più”: è un’occasione che dobbiamo sfruttare per fare le vacanze in Italia.
«È un’occasione. L’industria turistica viene anche dall’estero, ma quest’anno sarà particolarmente dura. Nulla sarà come prima, quella parte di turismo rischia di essere vicino allo zero. Dall’altra parte, l’Italia offre tante opportunità».
Come sta andando la promozione dei luoghi?
«Promuoviamo tutti i luoghi protetti: cerchiamo di garantire una riscoperta del nostro Paese. In questo periodo rispolveriamo e facciamo ritornare in vita l’Italia che nessuno sa. Ci scordiamo spesso del nostro Paese, abbiamo tante opportunità che non sappiamo di avere».
Che turismo vi aspettate?
«Un turismo in linea con quelle che sono le esigenze che questa pandemia ci lascia».
Siete stati consultati per gli sviluppi di questo settore?
«Abbiamo fatto interlocuzioni, questa fase ci lascia una serie di messaggi: una rinnovata attenzione all’ambiente. Apprezziamo questo modo diverso di vivere la città, questo turismo ribalta il passato».
E l’industria del turismo?
«Questo porta a riprogettare l’industria del turismo. Immaginiamo di sfruttare maggiormente questa fase, il turismo resta esperienza. Abbiamo L’opportunità di offrire la digitalizzazione per prenotare, ma anche per poter vivere prima delle esperienze. Come ad esempio le visite guidate su internet».
Come avete vissuto la crisi?
«La crisi è stata drammatica, ma cerchiamo di ripensare il nostro lavoro in modo intelligente. Lo facciamo anche per l’umanità italiana. Il Paese ce lo permette. Possiamo essere un po’ più ottimisti».
Cambieranno le abitudini?
«Impareremo ad allargare le stagionalità, questo tema dell’assembramento favorirà spostamenti familiari o di coppia. Quindi in qualche modo la gita fuori porta o il weekend diventeranno delle opportunità. La Lombardia ne ha tante».
Ad esempio?
«Ci sono due storie di due borghi bergamaschi, uno è Gromo. Qui ci sono giovani che insegnano a suonare le campane, è una sperimentazione. L’altra è Sarnico che è considerata una patria di ville. Sono esperienze fantastiche».
Vi aspettate una forte movimentazione di turisti in macchina?
«Questo di sicuro, noi ovviamente abbiamo accompagnato la crescita del turismo. Il Touring Club Italiano si è occupato anche di automobili, ma soprattutto di ciclisti. Promuoviamo un turismo che abbandoni l’automobile, ma quest’estate l’uso del mezzo privato se fatto con intelligenza diventa una delle soluzioni».
Quali sono le altre soluzioni che avete studiato?
«Un’altra è il camper, seguiamo anche questo. È un portarsi dietro la casa, penso che non potremo fare a meno di questi mezzi».
«Vivremo un nuovo turismo»