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30. 04. 2024 10:29

Nidi e materne, è tempo di decidere: Palazzo Marino sollecita la Regione

E' tempo di sbloccare le graduatorie. Senza risposta, il Comune dovrà ridurre a un massimo di 22 bambini che ne ospitavano 25. In questo modo resterà fuori circa il 10% dei nuovi iscritti, ovvero 3 mila posti

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Il 10 giugno il Comune di Milano ha inviato una lettera a Regione Lombarda e all’Ufficio Scolastico Regionale per chiedere che vengano rese note le linee guida per la ripresa delle attività scolastiche per nidi e materne in modo da sbloccare le graduatorie ferme da mesi.

Nidi e materne, è tempo di decidere: Palazzo Marino sollecita la Regione per sbloccare le graduatorie

«Abbiamo condiviso con le famiglie – ha dichiarato l’assessora all’Educazione, Laura Galimberti – l’apprensione e l’incertezza di questi giorni di fronte a una situazione poco definita per la ripartenza dei servizi educativi e scolastici a settembre. Il Piano scuola, approvato dal Governo solo il 26 giugno, non dettaglia prescrizioni per la scuola dell’infanzia, e nemmeno Regione Lombardia è intervenuta sui nidi. Abbiamo perciò sollecitato un pronunciamento degli enti preposti per permetterci di mantenere la capienza attuale nelle nostre strutture, ma saremo costretti, in assenza di indicazioni specifiche, ad applicare misure restrittive che limiteranno la capienza, anche perché per bambini così piccoli è difficile immaginare l’utilizzo di spazi alternativi distanti dalla sede scolastica».

Riduzione dei posti. Se non arriveranno indicazioni precise in questi giorni, Palazzo Marino dovrà ridurre a un massimo di 22 bambini le sezioni che di solito ne ospitavano 25. In questo modo resterà fuori circa il 10% dei nuovi iscritti, ovvero 3 mila posti. «L’Amministrazione sta cercando comunque di recuperare tutti gli spazi possibili, valutando le capienze degli edifici e anche la possibilità di utilizzare prefabbricati nei casi più complessi, per esempio in presenza di lavori», ha proseguito l’assessora. Se non sarà possibile creare tre gruppi fissi diversi, uno per il pre-scuola, uno di post-scuola e uno per il tempo normale il Comune dovrà sospendere i servizi di pre e post scuola stessi. Inoltre, mentre i bambini che già frequentano nidi e materne rientreranno il 7 settembre, i piccoli che dovranno fare il cosiddetto inserimento potranno iniziare solo dal primo ottobre.

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Privati. Anche sul fronte delle strutture private, ai non pochi problemi evidenziati dai gestori in questi mesi, si aggiunge l’incertezza sulle modalità della ripresa a settembre. L’associazione di categoria Assonidi si sente abbandonata: «Senza linee guida chiare è impossibile effettuare una programmazione per l’anno educativo/scolastico che comincerà a settembre – ha dichiarato il direttore Paolo Uniti lo scorso 8 luglio – I gestori, ad oggi, si trovano nell’impossibilità di fornire risposte alle famiglie, non sapendo nemmeno quanti bambini potranno ospitare nelle strutture e con quali modalità». La presidente di Assonidi Federica Ortalli ha aggiunto: «Dopo oltre quattro mesi di chiusura abbiamo la necessità di programmare le attività didattiche ed educative, confermare le iscrizioni, concordare le modalità e le tempistiche di inserimento dei bambini più piccoli e disporre le turnazioni del personale dipendente. Nei giorni successivi Assonidi ha poi comunicato al Governo di aver deciso in autonomia che i suoi associati riapriranno dal primo settembre.

«Seggi fuori dalle scuole»

Oltre ai noti problemi sull’organizzazione del prossimo anno scolastico c’è anche la questione dei seggi elettorali per le prossime votazioni amministrative, regionali e per il referendum costituzionale. Il 22 giugno il Consiglio Comunale di Milano ha approvato un ordine del giorno presentato dai consiglieri Alessandro Giungi (PD) e Marzia Pontone (Alleanza Civica per Milano) per chiedere al Governo e al Parlamento di elaborare alternative all’uso delle scuole come sedi dei seggi elettorali, o che vengano trovati spazi scolastici alternativi alle aule per non interrompere l’anno appena iniziato e per non mettere a rischio la sicurezza di studenti e lavoratori della scuola: «Ad esempio potrebbero essere usate palestre, aule magne o cortili – ci ha detto Alessandro Giungi -.

Nuovi spazi. La mappatura che il Comune sta facendo in queste settimane per individuare nuovi spazi per la didattica può essere utile anche a questo scopo». Alla fine è molto probabile che le scuole rimarranno le sedi principali delle votazioni, anche perché nel frattempo Poste Italiane ha detto no alla richiesta del Governo di utilizzare i suoi uffici. Resta da vedere se i seggi saranno istituiti nelle aule o in altri ambienti.

Un nuovo Istituto Comprensivo a Cascina Merlata

 ra via Pasolini e via Jona sorgerà un nuovo Istituto Comprensivo per circa 900 studenti, pronto per l’anno scolastico 2023/20204. Il plesso avrà cinque sezioni di scuola dell’infanzia, 15 classi elementari e nove classi di secondaria di primo grado. Nel progetto sono previsti anche una palestra, un auditorium, due spazi mensa, nove laboratori, una biblioteca, campi sportivi, un’aula per lezioni all’aperto e un orto didattico. La nuova scuola sarà a basso impatto energetico con riscaldamento a pannelli, impianto di raffrescamento e impianto fotovoltaico. Il costo complessivo ammonta a 17.000 euro.

Cascina Merlata
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