14.8 C
Milano
30. 04. 2024 04:12

Tumore al pancreas, approvato dall’AIFA un nuovo farmaco, Reni (San Raffaele): «Con le nanotecnologie si può contrastare»

Il Direttore del Programma Strategico di Coordinamento Clinico, Pancreas Center, IRCCS Ospedale S. Raffaele spiega meglio questa neoplasia e la nuova terapia Nal-IRI

Più letti

Una delle neoplasie più complicate da diagnosticare con una sopravvivenza a 5 anni dell’11% negli uomini e del 12% nelle donne. Il tumore al pancreas è l’unico del tratto gastrointestinale che negli ultimi quarant’anni non ha registrato miglioramenti in termini di sopravvivenza e solo nel 2023 ha registrato 15mila nuove diagnosi in Italia, di cui oltre la metà circa, in fase metastatica. Uno spiraglio però potrebbe arrivare dalla nanotecnologia alla base dell’irinotecano liposomiale pegilato (Nal-IRI), primo e unico farmaco in arrivo in Italia e approvato da AIFA. «Possiamo stimare che in Lombardia si ammalino circa 2.500 persone ogni anno di tumore al pancreas», afferma Michele Reni, Direttore del Programma Strategico di Coordinamento Clinico, Pancreas Center, IRCCS Ospedale S. Raffaele.

Approvato dall’AIFA il Nal-IRI. Michele Reni del San Raffaele: «Il pancreas è un organo difficile da esplorare. Ora ci sono più opportunità di trattamento»

Quali sono i sintomi del tumore del pancreas?
«A parte l’ittero, i sintomi sono abitualmente subdoli e non specifici: dolori epigastrici o dorsali, calo di peso non giustificato, comparsa di diabete o scompenso di diabete già noto. Ne sono altri più “insoliti” come la depressione o la steatorrea o la comparsa di trombosi alle gambe».

Perché è difficile da individuare e da trattare?
«Poiché si tratta di un tumore raro, non è la prima ipotesi di diagnosi. Il pancreas poi è un organo difficile da esplorare e durante l’ecografia viene a volte mascherato dalla costituzione fisica della persona o dal meteorismo intestinale».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Quali sono i bisogni dei pazienti con questo tipo di tumore?
«Il principale bisogno è l’identificazione di centri di riferimento specifici, poi abbiamo un armamentario terapeutico limitato e le conoscenze sulla biologia della malattia ancora scarse. Infine, sono pochi i progetti informativi focalizzati su questa patologia».

La ricerca scientifica a che punto è?
«In difficoltà, mancano fondi alla ricerca accademica clinica indipendente, poi c’è l’aumento del carico burocratico-amministrativo che ha fatto lievitare i costi».

Quali benefici può portare la nuova terapia (Nal-IRI)?
«Da poco l’AIFA ha autorizzato la rimborsabilità di questo farmaco. La molecola originale dell’irinotecano è stata chimicamente modificata per renderla più efficiente nel penetrare all’interno del tumore».

In che modo la nanotecnologia alla base di questa terapia aumenterebbe l’efficacia di questo farmaco?
«Nal-IRI rappresenta un’importante opportunità di trattamento. La formulazione di questa terapia si basa sulla nanotecnologia liposomiale, ovvero su vescicole lipidiche (liposomi) che contengono il principio attivo (irinotecano) e che si accumulano in modo preferenziale nel tessuto tumorale».

E cosa succede?
«Qui i macrofagi assorbono i liposomi, liberando l’irinotecano, che si trasferirà nel nucleo delle cellule tumorali bloccandone la replicazione. Questa formulazione non solo migliora la biodistribuzione del principio attivo ma anche la stabilità e la farmacocinetica».

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...